FACOLTA’ di FISICA e ASTRONOMIA 11 dic 2023
Il Ruolo della Scienza e l’Unità del Sapere
Luisa Calimani
Innanzi tutto vorrei dire il perché un libro che parla di città, ambiente, mutazioni climatiche, paesaggio, consumo di suolo, ha un capitolo dedicato al ruolo della scienza e l’unità del sapere
Senza la scienza saremmo un branco senza bussola con occhi bendati che si aggirano nel far west di opinioni arbitrarie prive di risconti attendibili e verificabili, ai quali affidare le nostre opinioni e decisioni. Un mondo di inesperti, inconsapevolmente manipolabili da chi è asservito al suadente potere del denaro.
La libertà della scienza è il bene prezioso che ci permette di vedere, di conoscere, di agire con razionalità, per perseguire il Bene Comune.
Ecco la responsabilità che vi spetta e il ruolo che assume uno scienziato, nella società per “orientarla” in modo rigoroso, non manipolato e non subalterno ai potenti interessi in campo.
Quelli della battaglia contro i cambiamenti climatici sono enormi, e il ruolo della scienza appare come un faro al quale affidarsi nel difficile confronto che si profila proprio in questi giorni a Dubai
La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2023, conosciuta anche come COP28 ci fornisce un esempio straordinario dell’indispensabile funzione della ricerca scientifica necessaria ad orientare politicamente chi governa città e Stati e per dare strumenti di conoscenza e giudizio ai cittadini, sopratutto giovani che in questi giorni hanno manifestato nelle città del mondo per rivendicare il diritto ad avere un futuro. Senza un lavoro scientifico alle spalle non sapremmo a che punto sia il danno che le azioni antropiche stanno producendo al Pianeta. . Gli antichi imputavano all’ira degli Dei i cataclismi che si abbattevano sulla terra. Noi oggi siamo in grado di derubricarli e di sapere che la loro origine è molto meno misteriosa . Ma è la scienza che svela le ragioni che a volte alcuni vorrebbero occultare. Il recente rapporto della Convenzione quadro dell’ONU, che ha esaminato i Contributi determinati a livello nazionale dai 195 paesi aderenti, ci informa che mantenendo la tendenza in atto le emissioni globali di gas serra aumenterebbero del 9% entro il 2030, (rispetto ai livelli del 2010), mentre l’impegno era di diminuirle del 45%
E senza gli scienziati dell’ISPRA che misurano il consumo di suolo che viaggia a 2,4 mq/sec con un’accelerazione del 10% rispetto all’anno scorso, non sapremmo il danno che questa insana impermeabilizzazione produce al clima, visto che un ha di terreno ben vegetato cattura tra le 2 e le 5 tonnellate di CO2 all’anno. Non conosceremmo quindi le ragioni che provocano i devastanti eventi che stanno mettendo ko il pianeta, ne potremmo conoscere i mezzi adatti per ridurli. Anche se il Pianeta terra sopravviverà modificandosi, ma è il genere umano che non sopravviverà senza un radicale cambiamento dell’attuale modello di sviluppo basato sul dominio assoluto degli affari persino sul naturale istinto di sopravvivenza.
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Il libro A piedi nudi nel cemento cerca di assumere la conoscenza data dall’approfondimento e specializzazione delle singole discipline, per portarla ad una sintesi capace di riunificarle in una visione unitaria complessiva. La scienziata Milla Baldo Ceolin ricordava che le Accademie, di cui fa parte il professor Ragazzoni, hanno rappresentato “il sogno dell’unità intellettuale, la visione di un sapere al servizio del progresso dell’umanità e ciò ha costituito uno dei più grandi contributi alla civiltà”
Di questa visione unitaria la città, questo sistema complesso in cui viviamo, non può fare a meno, pena l’ottusa visione parcellizzata che gli affari che promuovono il singolo intervento di trasformazione urbana portano con se, con le conseguenze di costruire città che non rispondono ai desideri e ai bisogni di chi le abita, ma a lobby locali e transnazionali…fino a piegarsi ad un Governo del Pianeta che non mette al primo posto le esigenze della vita di chi lo abita ma piuttosto altre con essa confliggenti, come fa sospettare la scelta di affidare la presidenza della COP28, a Sultan Al Jaber, proprietario della principale compagnia petrolifera degli Emirati Arabi .
Il libro offre una lettura alternativa delle trasformazioni in atto non suballterna a teorie neoliberiste che stanno portando il Pianeta verso la catastrofe. Perchè come afferma ilPontefice: Serve una conversione ecologica, abbiamo bisogno di cambiare il modello di sviluppo globale. Le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro
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Promuove la diffusione del libro e sopratutto delle idee (rivoluzionarie?) in esso contenute La Casa dell’Architettura e del Paesaggio la cui Sede si trova nell’annesso rustico della neogotica Villa Draghi a Montegrotto Terme, immersa nel parco pubblico più grande del Veneto . 32 ha di bosco selvatico la circondano nel Parco Regionale dei Colli Euganei.
Il ciclo di 30 conferenze di cui l’incontro di oggi fa parte è stato organizzato perché dopo la presentazione del libro all’Acquario Romano con Michele Munafò, il critico d’arte Tomaso Montanari e il Preside della Facoltà di Architettura della Sapienza di Roma, che affermò che l’avrebbe utilizzato come libro di testo per l’anno accademico in corso, era necessario un approfondimento dei singoli capitoli. Come anche oggi avviene con i due illustri docenti del Corso professor Seno e Prof Ragazzoni e, spero, con le vostre domande e considerazioni



